LAVORI ALL’APERTO: QUALI SONO I RISCHI

Andando verso la stagione estiva, affrontiamo oggi i rischi che sono legati allo svolgimento delle attività lavorative all’aria aperta quello che viene definito tecnicamente “ambiente outdoor”.

I rischi a cui è sottoposto il lavoratore che svolge l’attività lavorativa all’esterno possono essere diversi. Il rischio principale legato a questo tipo di attività lavorative è quello legato al microclima.

 

Il rischio microclima in attività outdoor

Durante lo svolgimento delle proprie mansioni, il lavoratore outdoor può essere esposto, in base al periodo dell’anno, ad un microclima caldo oppure ad un microclima freddo.

Nel periodo estivo il rischio è legato all’esposizione alla radiazione solare ultravioletta che può provocare danni nell’immediato:

  • Colpo di calore
  • Disidratazione del corpo
  • Eritemi e/o ustioni

A lungo termine:

  • Insorgenza di malattie della pelle
  • Invecchiamento cutaneo
  • Insorgenza di melanomi

In periodo invernale invece, oppure in ambienti particolarmente freddi durante tutto l’anno, la temperatura bassa può provocare, in caso di esposizioni prolungate, congelamenti delle estremità e, in alcuni casi con predisposizione, anche accidenti cardiovascolari.

Altro fattore di rischio è l’esposizione a sbalzi repentini di temperatura (es. entrando e uscendo da una cella frigorifera) che, a lungo andare, possono essere dannosi.

Altro rischio presente nelle attività all’aria aperta è quello biologico.

 

Il rischio biologico in attività outdoor

Secondo fattore di rischio legato direttamente allo svolgimento delle attività in ambiente esterno è quello biologico.

Ricordiamo che gli agenti biologici sono tutti quei microrganismi che sono in grado di provocare all’essere umano infezioni, allergie o intossicazioni.

L’interazione con gli agenti biologici, nelle attività outdoor, può avvenire in diverse modalità:

  • Andando a lavorare il terreno
  • Presenza di animali selvatici o randagi
  • Presenza di parassiti vari (zecche, pulci, ecc.)
  • Presenza di insetti e rettili
  • Lavorazioni di concimazione che prevedono uso di letame e liquame

 

Quali sono le possibili conseguenze del contatto con gli agenti biologici in ambiente outdoor?

Le conseguenze che possono presentarsi in seguito all’esposizione agli agenti biologici, in particolar modo ad alcuni, sono:

  • Malattie infettive gravi:
    • Leptospirosi
    • Tetano (ferite o abrasioni con materiali cosparsi di terra o rimasti depositati sul terreno per lungo periodo)
  • Patologie allergiche gravi nei lavoratori particolarmente sensibili (es. shock anafilattico in soggetto ipersensibile può portare anche alla morte del lavoratore)

 

Come avviene la trasmissione degli agenti biologici all’uomo?

La trasmissione degli agenti biologici all’uomo può avvenire, in base alle mansioni svolte, nelle seguenti modalità:

  • Punture e ferite da taglio
  • Contaminazione batterica delle superfici degli indumenti e dei locali di lavoro
  • Contaminazione microbica aero dispersa
  • Rischio infettivo
  • Rischio correlato alla presenza di insetti vettori di agenti biologici

 

Altri rischi in attività outdoor

Altri rischi prettamente legati allo svolgimento delle attività all’aria aperta possono essere di due tipi.

Quelli di cadute, distorsioni, inciampi e scivolamenti dati dalla irregolarità del terreno e, nella stagione invernale, dalla possibilità di presenza di neve o ghiaccio.

Quelli legati alla circolazione e alla manovra dei veicoli o dei mezzi presenti nelle aree esterne con conseguenti rischi di impatti, investimenti o urti.

Tutti i rischi individuati sopra devono essere valutati e quantificati dal Datore di Lavoro che avrà l’obbligo di introdurre le misure di prevenzione e protezione idonee alla riduzione dei rischi.

 

 

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