
La gravidanza sul lavoro e la tutela del bambino
8 Maggio 2018
Tra i rischi da tenere in considerazione per le lavoratrici che prestano attività lavorativa presso un’azienda, c’è quello legato alla gravidanza.
Bisogna innanzitutto premettere che durante la gravidanza, specialmente nei primi 4 mesi di vita all’interno del grembo della madre, il feto può essere esposto a possibili danni legati all’esposizione della madre ad agenti chimici, fisici o biologici di vario tipo.
Con l’incremento del numero delle donne presenti negli ambienti di lavoro (il tasso di occupazione è al 49,2%), è aumentato anche il numero delle ricerche effettuate per individuare e valutare i fattori di rischio presenti nelle varie attività lavorative e gli eventuali effetti negativi che potrebbero avere sulle lavoratrici e sui loro bambini.
Di seguito una tabella, estratta dalla relazione INAIL, che evidenzia i possibili effetti in base al tipo di rischio a cui si è esposti:

COME PREVENIRE I DANNI AL BAMBINO?
Tra gli obblighi del datore di lavoro c’è quello di collaborare con il medico competente, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) per identificare le mansioni vietate durante la gravidanza e/o l’allattamento.
Per ogni attività lavorativa il datore di lavoro dovrà individuare le misure di prevenzione e protezione che verranno messe in atto per tutelare la gravidanza tra cui, a titolo esemplificativo:
- Modifica dell’orario o delle condizioni di lavoro
- Spostamento delle lavoratrici ad altra mansione che non è considerata a rischio ed eventualmente, laddove non sia possibile cambiare mansione, fare la richiesta di astensione anticipata dal lavoro
È necessario infine informare tutte le lavoratrici sul rischio legato alla gravidanza e sulla necessità di segnalare lo stato d’interesse non appena se ne venga a conoscenza.
[Fonti: INAIL-La tutela della gravidanza nei luoghi di lavoro]